Ogni settimana parleremo di una strada raccontando la storia del personaggio a cui è dedicata. Si potranno scoprire così le persone, molte volte sconosciute, legate alla storia della Sardegna o Italiana, tramite la loro biografia
di Annalisa Pirastu
Via Gavino Gabriel si trova nel Borgo S.Elia.
Gavino Gabriel nacque a Tempio Pausania il 15 agosto 1881. Nel 1905 si laureò in lettere a Pisa con una tesi sulla critica estetica letteraria. A partire dall’anno successivo e sino al 1910 visse a Firenze. Con lo pseudonimo A.B. Salu, che nel dialetto gallurese significa Indovinalo, collaborò alla pubblicazione “La Voce” diretta da Giuseppe Prezzolini. Nel 1910 esordì sulla “Rivista Musicale Italiana” con Canti e cantadori della Gallura, il suo primo lavoro di carattere etnomusicologico.
Nel 1921 presentò al Teatro Quirino di Roma il gruppo vocale “I cinque tasgiadori di Aggius”. Negli anni tra il 1922 e il 1925 fece le prime incisioni di musica sarda tradizionale, a titolo documentario. Per “La Voce del padrone” di Milano incise nel 1922 I canti di Gallura, dell’Anglona, del Marghine e della Barbagia. Dal 1920 al 1922 fu consigliere comunale a Tempio Pausania e in seguito fece parte del consiglio provinciale di Sassari.
Nel 1932 fu nominato direttore della Discoteca di Stato, in seguito ribattezzata Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi. Durante il suo mandato diede una identità all’istituto e si prodigò per il suo corretto funzionamento. Grazie a Gabriel nel 1934 fu approvata la legge 130/1934 che estese l’attività a tutto ciò che nel campo dei suoni. interessi la cultura scientifica, artistica e letteraria. Si dedicò alla raccolta di canti e dialetti delle regioni e colonie d’Italia, affiancandovi studi di glottologia e storia.
Nel 1935 collaborò come aiuto regista al film dedicato al centenario belliniano dal titolo Casta Diva. L’anno successivo pubblicò il documentario Nei paesi dell’orbace, con la Cines-Pittaluga. Gli fu affidata la compilazione della voce Musica dell’enciclopedia Treccani, per la parte che riguardava la Sardegna.
Famose sono le sue pubblicazioni tra le quali spicca il saggio Canti di Sardegna. Numerose anche le sue ecclettiche composizioni:
- In una chiesa, per voce e chitarra, 1907
- Penèlope sarda, per voce e pianoforte, 1908
- For to admire, per voce e pianoforte, 1910
- Rapsodia sarda per piccola orchestra, 1911
- La Jura (Cinque quadri di vita gallurese), 1928
- Passa il tempo nel cuore, per voce e quartetto d’archi, 1928
- Divagazioni per trio, per violino, violoncello e pianoforte, 1937
- Luna doppia, Ricercare a quattro per quartetto d’archi, 1942
- Chopiniana, per quartetto d’archi, 1944
- Rapsodia gallurese, per pianoforte a 4 mani, 1950
- Trittico per pianoforte, 1952
- Composizioni per pianoforte, 1952
- Dammi li mani, per voce e pianoforte, 1952
- Il nuraghe seruci, per oboe, chitarra e armonium, 1962
- Quartetti per archi, s.d.